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LE MALDIVE:Manifestazioni
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Bodu Beru è molto simile ai canti e alle danze tipiche dell'Africa dell'est. Questa manifestazione, nota più come “Baburu Lava” (Negroid Song), fece la sua prima apparizione alle Maldive nel XI secolo. Il Bodu Beru viene solitamente eseguito da circa quindici persone, tra cui tre suonatori di tamburo e un cantante solista. La "banda" è accompagnata da una piccola campana e da un “Onugandu”, un bastoncino di bambù con leggeri solchi, da cui provengono stridenti suoni. Una caratteristica del Bodu Beru è il suo rumore e i testi senza significato poiché sono una combinazione di parole sia in lingua locale, che dei paesi vicini e africana. Un tempo questo canto veniva eseguito al termine di una giornata di lavoro, mentre, oggi, il Bodu Beru viene eseguito durante gli spettacoli, le celebrazioni e i festival. Il costume degli artisti consiste in un sarong con una banian (camicia indù) bianca a maniche corte;
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Thaara, una parola Dhivehi che significa "tamburello", è un tipo di musica che viene eseguito da circa ventidue persone sedute in due file parallele, una di fronte all'altra. Le canzoni, che un tempo erano in lingua araba, iniziano con un ritmo molto lento e aumentano gradatamente. Gli artisti indossano delle camicie e una sciarpa verde annodata al collo;
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Gaa Odi Lava è una musica e una danza che esprime la soddisfazione di un gruppo di persone per aver portato a termine un compito grazie ad un duro lavoro manuale. Questa canzone venne eseguita per la prima volta durante il regno del sultano Mohamed Imadudeen I (1620-1648). Il sultano, infatti, divise gli uomini in varie barche chiamate “odi” e assegnò loro il compito di trasportare le pietre coralline dai vari reef a Malè. Una volta terminato il loro compito, i lavoratori di ogni barca si recavano in visita al sultano, cantando per esprime la loro gioia. E da ciò nacque la parola Gaa Odi Lava dove Gaa sta per pietre e Odi per Vascelli. Durante il periodo dei sultanati, ogni volta che un lavoro ordinato da un sultano veniva terminato, i lavoratori coinvolti si recavano a piedi davanti al palazzo reale eseguendo una danza speciale, chiamata “Dhigu magu negun”. Durante il tragitto non solo i lavoratori cantavano e ballavano ma erano soliti camminare divisi in due file. Raggiunto il Palazzo Reale, i canti aumentavano gradualmente e mentre un gruppo formava un anello attorno ad un contenitore, colmo di doni per il sultano, l'altro gruppo continuava a danzare e a cantare;
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Il Langiri risale al tempo del sultano Shamsuddin III che governò le Maldive all'inizio del XX secolo. Per eseguire il Langiri, ogni giovane danzatore deve avere due bastoncini, noti come “Langiri Dhandi” lunghi circa 60 cm, alle cui estremità vi devono essere fiori. Gli artisti, che siedono in due file da sei, fanno oscillare i loro corpi con il petto rivolto verso l'altro e contemporaneamente battono i Langiri Dhandi in diversi modi. Ogni danzatore colpisce sei Langiri Dhandi che appartengono a i suoi tre vicini seduti nella riga di fronte;
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Durante il Dhandi Jehun, una danza, i protagonisti devono percuotere il loro Dhandi, un bastoncino lungo circa 90 cm, contro quello del partner che gli sta di fronte al ritmo della musica e al suono generato dai bastoncini. I danzatori solo in determinate occasioni indossano un'uniforme formata da un sarong, una T-shirt; un copricapo bianco, un sash attorno al petto e della biancheria di colore bianco;
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Il Bolimalaafath Neshun è una danza, eseguita da sole donne, in memoria dell'antica tradizione dell'offerta dei doni al sultano in occasioni speciali. I doni, solitamente conchiglie, venivano tenuti in un piccolo vaso, noto come “Kurandi Malaafath”, sigillato e coperto da un telo di seta colorata. Alla danza partecipano circa ventiquattro donne, che mentre danzano e cantano al ritmo della musica, formano piccoli gruppi di due, tre, quattro o anche sei persone;
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Il Maafathi Neshun è una danza molto simile a quella del Langiri con l'unica differenza che gli artisti sono tutte donne. Le danzatrici, disposte in piccole file o gruppi da due o tre, recano in mano una corda semicircolare, lunga circa un metro, decorata con fiori artificiali;
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Il Bandiyaa Jehun, molto simile alle danze indiane, viene eseguita da giovani donne che danzano e nel contempo percuotendo la pentola metallica che hanno nelle mani; per emettere suono a sufficienza, le danzatrici indossano degli anelli metallici alle dita;
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Il Kadhaa Maali è una danza associata alla congrega tradizionale degli anziani dell'isola che passeggiano di notte attorno ad essa per difenderla dagli spiriti maligni che si crede siano associati alle malattie e alle epidemie della comunità isolana. La passeggiata di mezzanotte inizia dopo la preghiera di tarda sera e termina nella notte del terzo giorno caratterizzata da canti e balli. Attualmente questa danza viene eseguita esclusivamente durante i festival e solo nell'isola di Kulhudhuffushi, a sud dell'atollo di Thiladhunmathi. L'esibizione ha inizio a ritmo di tamburi e di una “Kadhaa”, uno strumento di rame, formato da un piatto e da un'asta. Non a caso i costumi dei danzatori rappresentano spiriti maligni e fantasmi denominati “Maali”. I partecipanti sono solo uomini che danzano, in un unico gruppo di circa trenta persone, per circa un'ora. I danzatori, a due a due, mantengono quattro pezzi di bambù lunghi circa 15 cm. I due bastoncini in una mano, dapprima si toccano a vicenda con la parte esterna e poi vengono battuti insieme agli altri due; ad accompagnarli c'è anche un percussionista.
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